Valentino Albini |
Ivana Bukovac | Antonio Buttitta | Clelia Caliari | Maurizio Caltabiano |
Antonio Cella | Matteo Giachetti | Giuliano Giuliani | Grazia Lavia | Monika
Wolf
Opening martedì 19
marzo ore 18.30
Orari: lunedì
14.30-19.00, da martedì a sabato 10.00-19.00
Chie Art Gallery
v.le Premuda 27,
Milano
Chie Art Gallery
elabora una domanda di riflessione, un invito propositivo sull’attuale rischio
di perdita identitaria che la globalizzazione, e l’azione di appiattimento
delle differenze che ne deriva, ha messo in atto. Number X è la risposta degli
artisti a questo appello. Un dibattito plastico e silente sull’omologazione –
riferita a mode e consumi dal punto di vista forse meno preoccupante, a
opinioni collettive e prese di posizione in chiave certamente più allarmante.
Una mostra assente di una conclusione. Possibile, invece, di più esiti. Step
ultimo di una serie di comunicazioni e passaggi verbali, formali e visuali tra
lo spazio milanese e gli artisti, l’esposizione si struttura come una
collettiva di opere dissimili, partorite da personalità altrettanto distinte.
Una piattaforma in cui dipinti, scatti fotografici, sculture e installazioni
dialogano apertamente tra loro senza alcuna previsione di gerarchia,
polemizzando costruttivamente su che cosa sia o meno l’omologazione, in quale
grado sia necessario prenderne le distanze e quanto sia urgente allertarsi di
fronte a un simile cambiamento paradigmatico della società. Una risposta
multiformale e multitematica allo stesso interrogativo. Come se fossero esiti
di un sondaggio, emergono precisi sottotemi a cui gli artisti guardano con
rinnovata attenzione: in particolar modo il concetto quasi estinto di identità,
l’azione rimbalzante dei media e i processi che smuovono le politiche sociali.
Number X rende evidente, in prospettiva, il loro interesse rovente nei riguardi
del singolo, dell’individuale e dell’identitario. Il singolo, e se confrontato
con la pluralità totalizzante del mondo, apparentemente insignificante uomo;
che sembra non essere nulla rispetto ai processi di macro-trasformazione
globale. Non sono d’accordo, gli artisti. Ogni opera è, come conseguenza
diretta, singolare. Essa si espande nello spazio come posizione autonoma e
costitutiva di ciascuno.
(Ivana Mazzei)
La diversità è una
questione di scelte.
Si può scegliere di
essere diversi, ognuno cerca l'originalità, vive nel bisogno di sentirsi
diverso.
E forse proprio per
questo oggi gli uomini sono tutti uguali, tutti uniti in una diversità
stereotipata, guidata da mode e
tendenze. L'originalità ha
portato l'uomo alla massificazione. In un mondo di
persone originali, il diverso è colui che ha scelto di non esserlo, che resta
fermo a sentire se stesso,
che reclama la propria normalità al mondo. In realtà tutti nascono uguali, ma è il modo di utilizzare
il tempo che crea le differenze, che crea gli uomini.
E' a questo punto che
nascono le incomprensioni, e le incomprensioni si trasformano in discriminazioni,
perchè c'è sempre la moltitudine dei diversi che scaccia il banale. Sembra quasi un
processo evolutivo. In un nido di vermi,
ciò che sembra spaventoso, è la nascita di un fiore. L'anormale viene additato, sbeffeggiato e
allontanato.
Gli si chiede
:"Non ti senti ridicolo con quelle foglie, quei petali, quei colori e quel
tremendo frutto che ti porti
dietro?".
La risposta è banale
:"In verità ciò che non capisco è perchè avete scelto di
essere vermi e non fiori come me".
Antonio Cella